Lavanda, tè nero, more con pepe della Giamaica.
Dite la verità: sentendo i nomi di queste spezie ed essenze, pensereste mai, come prima cosa, al gelato?
Invece Davide Pesarin, pasticciere storico di Legnago, ci ha voluto leggere una sfida, ovvero uno stimolo a inventarsi dei gusti insospettabili, in grado di sprigionare sapori e fragranze mescolati nel freddo del gelato.
E questo è in dettaglio di non poco conto, se consideriamo che il freddo tende per definizione ad appiattire i sapori e i profumi e quindi, per lui, il senso della sfida era anche questo: elaborare nuovi gusti facendoli risaltare anche con il freddo.
Ecco quindi nascere il gelato alla lavanda, ispirato dalla pianta coltivata nel suo giardino (anche se poi, ovviamente, si rifornisce dai contadini locali, come pure per le more). Essica i fiori, li mette in infusione a freddo, aggiunge zuccheri e addensanti naturali e poi via in mantecazione, procedimento analogo anche per gli altri gusti.
Certo, detta così sembra facile, ma in realtà, mi ha spiegato Davide, sono state necessarie dozzine di prove e centinaia di ore per mettere a punto le diverse ricette, perché nell'ambito dolciario, come ben si sa, basta un niente per pregiudicare tutto il lavoro.
"Ho inventato questi gelati", mi ha spiegato, "per far capire che in questo settore si può sempre esplorare per confezionare emozioni nuove e inattese. Ma poi, com'è giusto che sia, alla fine è sempre il palato a dare il giudizio finale e quindi aspetto che le persone vengano a provare di persona questi 'azzardi' secondo me indovinati, molto buoni".
Confermo.
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